Alle origini della Geografia

Di Edward Bunbury – Bunbury, E.H. (1811-1895), A History of Ancient Geography among the Greeks and Romans from the Earliest Ages till the Fall of the Roman Empire, page 667. London: John Murray, 1883., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2298975

Non è facile fare la storia della geografia perché probabilmente l’uomo l’ha sempre applicata e praticata anche quando non sapeva potesse essere una scienza e mappe e carte non esistevano ancora. Perché l’uomo si è sempre spostato e spostandosi scopriva posti nuovi, orientandosi e scoprendo nuova fauna, nuova flora e altro ancora. Oggi sembra impossibile poter vivere e spostarsi senza il navigatore sul cellulare, eppure una volta se andava bene si seguiva la stella polare. Tempi che cambiano, innovazioni che avanzano e che hanno rivoluzionato diversi settori, come quello della stampa che, grazie a Internet e al digitale, ha permesso a tutti di accedere a servizi rapidi e innovativi. SI pensi ad esempio a quello che si può stampare utilizzando i servizi di stampa online: oggi un planisfero, volendo, potrebbe essere stampato in sottobicchieri personalizzati.

Sono stati gli antichi Egizi a sfornare i primi geografi, mentre si deve ai greci il nome della scienza e anche la sua diffusione in Occidente.. In particolare fu Eratostene – matematico astronomo, poeta e filologo oltre che geografo noto per aver concepito il metodo matematico trigono-geometrico – a introdurre in Occidente l’uso delle coordinate sferiche, ossia latitudine e longitudine, per collocare le località geografiche. Sul solco di Eratostene si pone Ipparco di Nicea che ebbe l’intuizione di utilizzare metodi astronomici proprio per calcolare le longitudini.

Pomponio Mela è considerato il primo geografo dell’area latina. In particolare l’astronomo e astrologo Tolomeo riprese le tecniche matematiche applicate alla geografia ideate da Eratostene, la cosiddetta geografia matematica.

Nel Medioevo si ritagliano una posizione privilegiata nell’ambito dello studio delle scienze geografiche gli Arabi che riescono a dare vita a opere considerate di estrema qualità come “Il libro del Re Ruggero” di Idrisi, senza dimenticare personaggi del calibro di Ibn Battuta e Ibn Khaldun.

Dobbiamo aspettare l’Ottocento per parlare della Geografia Moderna. In questo periodo si fanno strada nomi del calibro dei tedeschi Alexander von Humboldt e Carl Ritter. Ben presto la geografia diviene disciplina universitaria nelle Università di Parigi e Berlino.

Ibn Battuta, un grande viaggiatore

Di Ruben – Photograph from a friend., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6002015

Fra i personaggi più noti in ambito di disciplina geografica troviamo il marocchino Ibn Battuta. Nato a Tangeri nel 1304 è stato un viaggiatore, storico e giurista ma è noto, soprattutto, per essere stato uno dei più grandi viaggiatori di tutti i tempi. In particolare Battuta esplorò l’Africa, l’Asia e l’Europa.
Il suo primo viaggio risale al 1325 e la destinazione fu La Mecca. Per arrivarci ci mise ben sette anni e attraversò la Tunisia, l’Egitto, la Siria incontrando genti di ogni tipo e scoprendo posti, usanze e tradizioni a lui sconosciute.
Il suo secondo viaggio fu per l’Anatolia con l’intenzione poi di proseguire per l’India. Questo viaggio si svolse dal 1332 al 1347 e lo vide attraversare l’Asia centrale e meridionale. Ma Ibn Battuta non si fermò e nel 1349 intraprese un terzo grande viaggio, questa volta all’interno dei territori musulmani nella penisola iberica e in Nord Africa. Questo viaggio durò dal 1349 al 1354 e permise a Battuta di esplorare anche in questo caso popoli e tradizioni sconosciute.

Al termine dei suoi grandi viaggi, una volta tornato a casa, decise, su commissione del governatore merinide del Marocco Abu ‘Inan Faris, di mettere nero su bianco un resoconto del suo viaggio e lo dett a Ibn Juzayy, uno studioso incontrato nella città spagnola di Granada. Si tratta, a tutti gli effetti, dell’unica fonte delle avventure di Ibn Battuta il cui titolo completo è “Un dono di gran pregio per chi vuol gettare lo sguardo su città inconsuete e peripli d’incanto”. Oggi, però, quest’opera è conosciuta semplicemente con il nome di “I viaggi”.