Fra i personaggi più noti in ambito di disciplina geografica troviamo il marocchino Ibn Battuta. Nato a Tangeri nel 1304 è stato un viaggiatore, storico e giurista ma è noto, soprattutto, per essere stato uno dei più grandi viaggiatori di tutti i tempi. In particolare Battuta esplorò l’Africa, l’Asia e l’Europa.
Il suo primo viaggio risale al 1325 e la destinazione fu La Mecca. Per arrivarci ci mise ben sette anni e attraversò la Tunisia, l’Egitto, la Siria incontrando genti di ogni tipo e scoprendo posti, usanze e tradizioni a lui sconosciute.
Il suo secondo viaggio fu per l’Anatolia con l’intenzione poi di proseguire per l’India. Questo viaggio si svolse dal 1332 al 1347 e lo vide attraversare l’Asia centrale e meridionale. Ma Ibn Battuta non si fermò e nel 1349 intraprese un terzo grande viaggio, questa volta all’interno dei territori musulmani nella penisola iberica e in Nord Africa. Questo viaggio durò dal 1349 al 1354 e permise a Battuta di esplorare anche in questo caso popoli e tradizioni sconosciute.
Al termine dei suoi grandi viaggi, una volta tornato a casa, decise, su commissione del governatore merinide del Marocco Abu ‘Inan Faris, di mettere nero su bianco un resoconto del suo viaggio e lo dett a Ibn Juzayy, uno studioso incontrato nella città spagnola di Granada. Si tratta, a tutti gli effetti, dell’unica fonte delle avventure di Ibn Battuta il cui titolo completo è “Un dono di gran pregio per chi vuol gettare lo sguardo su città inconsuete e peripli d’incanto”. Oggi, però, quest’opera è conosciuta semplicemente con il nome di “I viaggi”.